NAMAHAGE: CAPODANNO CON I DEMONI

Quest’anno, in occasione del Capodanno, vogliamo segnalarvi una manifestazione folkloristica giapponese molto particolare, chiamata Namahage.
Narra una leggenda che, durante la dinastia cinese degli Han, l’imperatore si fosse mosso dalla Cina accompagnato da cinque orchi (oni in giapponese) ed avesse invaso la penisola di Oga, nella prefettura di Akita, Tohoku (la zona nordorientale del Giappone oramai tristemente noto per il terribile cataclisma dello scorso 11 marzo). Ivi giunto l’imperatore cinese insieme con i suoi oni si era lasciato andare a ruberie di raccolti e rapimenti di giovani donne.
La comunità locale, sconvolta ed impaurita, aveva quindi deciso di scendere a patti, almeno apparentemente, con gli orchi, nel seguente modo: se essi avessero costruito in una sola notte una scala di pietra di 1000 gradini per il tempio del luogo, il villaggio avrebbe donato loro tutte le donne giovani del paese. Al contrario, il fallimento dell’impresa avrebbe comportato l’immediato abbandono della zona.
Gli oni acconsentirono ma, arrivati al gradino 999, udendo il canto del gallo che annunciava l’alba e convinti di aver perso, si ritirarono sulle montagne come convenuto: quindi non seppero mai che quel canto era stato un espediente che la comunità locale aveva trovato grazie al “matto” del villaggio, bravissimo nelle imitazioni… Ma anche se il villaggio si liberò della minaccia immediata degli oni, si dice altresì che da allora questi, nell’ultimo giorno dell’anno, ritornino nella zona a rinnovare le loro pretese.
La tradizione giapponese legata alla sua religione naturale, lo shintoismo, prevede già una gran quantità di dei e spiriti della natura, nonché di demoni. I namahage, derivati dall’antica leggenda degli orchi e ricordati, appunto, a Capodanno, possono essere quindi appunto ascritti tra questi ultimi.
Ma cosa c’entrano i demoni e la loro spaventosa presenza con il Capodanno? Pare che essi servano da rituale di purificazione delle anime, ed arriverebbero dalle montagne per redarguire tutti quelli che, durante l’anno, sono stati pigri, indolenti, scansafatiche e convincerli con strali e minacce a ritornare sulla retta via a partire dal primo giorno del nuovo anno, quindi immediatamente dal giorno successivo.

La stessa parola namahage etimologicamente deriva infatti da un termine dialettale che indica il rossore delle guance di chi suole sostare un po’ troppo accanto al kotatsu, il braciere tradizionale giapponese. Chi sedeva troppo al caldo veniva quindi riconosciuto dal colore rubizzo delle gote e ciò voleva dire troppo ozio e poco lavoro, quindi, per estensione, un danno per la comunità: i demoni servivano quindi proprio a scuotere il pigro dalla sua indolenza e a riportarlo attivamente in seno alla comunità, in linea con lo spirito fondamentale per il popolo giapponese, dove non è “chi fa da sé “ che “fa per tre”, ma l’esatto contrario.
Inutile dire che questa tradizione venga ora rispettata e il rituale celebrato oramai a tutto “vantaggio” della popolazione più giovane, quindi dei bambini (ma originariamente ne erano destinatarie anche le giovani mogli che non dedicavano troppo tempo alla cura della casa e dei loro mariti!) E allora cosa accade il 31 dicembre? Tutti i giovani dei villaggi per una sera calzano spaventose maschere da demoni e costumi tipici e girano per le case a “spaventare” letteralmente i bambini; molto spesso avviene addirittura che la comunità si riunisca in apposite sale per assistere alla messinscena dei demoni che minacciano i bambini di trascinarli via con sé sulle montagne se gli giungerà notizia che sono stati pigri, svogliati a scuola, disubbidienti con i genitori, insomma dei bambini “cattivi”….
L’atteggiamento degli attori, spesso alterato dai classici fiumi di sakè che vengono loro offerti nel peregrinare di casa in casa, è talmente convincente da indurre la maggior parte dei bambini al pianto, sotto lo sguardo divertito e tra le risa dei genitori! I demoni, ad un certo punto, vengono però “convinti” dai premurosi papà a ritirarsi: essi accettano di buon grado a patto che i bambini promettano di essere buoni e di fare il loro dovere, cosa di cui si sincereranno l’anno seguente nella prossima visita di fine anno.

Sebbene la leggenda dei 999 scalini ed il suggestivo rituale dei namahage siano un fenomeno locale tipico quasi esclusivamente del nord-est del Giappone, come si è detto, attrae ogni anno sempre più visitatori, che a centinaia accorrono da tutto il paese a vedere i demoni che danzano, urlano e fanno piangere i bambini loro e quelli degli altri.
Pur sembrando forse un po’ orrifico ai nostri occhi occidentali, in ogni caso è un modo diverso di intendere l’arrivo del nuovo anno, sferzante e rigenerante per lo spirito… anche per quello degli adulti, a nostro modesto parere, non solo per quello dei bambini!

Buon fine anno a tutti!

Loredana Marmorale

Per le fotografie: cafebunka.comnamahage.co.jp