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SAKE’ OTOSO’

OTOSO (Sake per cerimonia augurale) La mattina del 1 gennaio, giorno di Capodanno, la famiglia tipica giapponese si alza, si inginocchia e prega dinanzi all’altarino shintoista o buddista di casa; quindi si siede a tavola e comincia a sorseggiare una tazza di otoso sake.Come vuole la tradizione, l’ otoso sake viene bevuto per scacciare via ogni negatività dalla propria casa e per assicurare lunga vita a tutti i presenti. Infatti la parola stessa viene scritta utilizzando i caratteri 屠蘇 che significano rispettivamente “sconfiggere” e “spiriti maligni”.Il detto in uso dice “se una persona ne beve, nessun membro della sua famiglia si ammalerà, se tutta la famiglia ne beve, nessuno nel

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SAKE: IL GUSTO DELLA STORIA GIAPPONESE

Il sake nasce dalla lavorazione del riso grazie a un sofisticato processo produttivo di origini antichissime e unico nel suo genere, che dà luogo a una straordinaria e inconfondibile complessità di profumi e aromi.E’ la bevanda fermentata che contiene la maggiore quantità di alcool al mondo ma è anche la più ricca di vari fattori nutritivi fra cui zuccheri, amminoacidi, acidi organici, vitamine.Un vero tesoro nazionale. Ricchezza.. Il sake è per i Giapponesi come il vino per gli Italiani. Esso accompagna la loro vita nei momenti più importanti, tutte le cerimonie religiose e gli eventi civili vengono suggellati bevendo un bicchiere di sake: il raggiungimento della maggiore età, il matrimonio

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BERE IL SAKE

Bere il sake è un’esperienza che va fatta almeno una volta…ma può essere vissuta molteplici volte scoprendo profumi e sapori sempre diversi!Esistono infatti vari tipi di sake, mutevoli al palato, che danno il loro meglio a temperature differenti e con abbinamenti di cibi i più particolari. I tre livelli di temperatura per il sake caldo sono 35°C, 45°C e 55°C anche se il più diffuso è l’“hitohada” (livello pari alla temperatura corporea). Il modo migliore per scaldare il sake è di porlo nel Tokkuri (tradizionale contenitore in ceramica) e immergere questo nell’acqua che si andrà a scaldare: successivamente si verserà nelle coppette denominate “sakazuki” o “choko”. Questa cultura della ritualità

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UNA TRADIZIONE SORPRENDENTE: SAKE, LEGNO E…

Un modo antico e al tempo stesso inedito di provare il sake è di berlo dal masu. Il masu è una piccola scatola di legno (viene adoperato il legno di sugi, chiamato volgarmente cedro giapponese, o hinoki, una varietà di cipresso) a base quadrata: originariamente utilizzata come misura di una porzione di riso (la misura standard è di 180 millilitri), venne usata dai produttori di sake per primi come bicchiere per assaggiare i risultati del proprio lavoro e, prodotta con un materiale facilmente reperibile ed economico, si diffuse presto nei sake bar.Per gli intenditori di oggi forse è preferibile degustare il sake nel vetro scoprendone così in purezza i vari

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CIBO GIAPPONESE E VINO ITALIANO: PERCHÉ NON CI ABBIAMO PENSATO PRIMA?

Cosa si beve di solito nei ristoranti in Italia insieme al cibo giapponese? Tè, saké e birre nipponiche sono le scelte classiche degli avventori italiani mentre spesso la clientela giapponese ordina vino italiano. Caso, sperimentazione o scelta oculata? Risponderanno a questa ed altre domande quattro esperti durante un dibattito organizzato da Milano Matsuri domenica 25 maggio alle 17.00 sul palco del Manga Festival alla Fabbrica del Vapore. Hayashi Mototsugu, premiato sommelier giapponese ha lavorato con Gualtiero Marchesi, al Trussardi alla Scala e coi Santini Dal Pescatore, Graziana Canova Tura, esperta autrice di cinque libri sulla cucina giapponese, Davide Ferrarese, tecnico agronomo del Consorzio Tutela del Gavi e Aoki Naoko, titolare

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