MILANO MATSURI 2014: 24 E 25 MAGGIO ALLA FABBRICA DEL VAPORE DI MILANO

A grande richiesta dopo l’edizione del 2013 AIRG organizza di nuovo il Milano Matsuri, quest’anno in collaborazione con Milano Manga Festival.
I matsuri sono feste folcloristiche che durante l’anno attirano centinaia di persone nelle strade e nei parchi di tutto il Giappone per celebrare in riti collettivi il legame profondo dell’uomo con la natura, rapporto che ha radici nella religione shintoista e nel culto delle divinità kami, identificate con gli elementi naturali.

Ogni festival ha un particolare significato ed elemento tipico del matsuri è la festa che si tiene attorno al tempio della divinità locale: processione di carri, danze, canti tipici, suonatori di taiko e, come nelle feste patronali italiane, varie forme di divertimento: giochi per bambini, spettacoli, dimostrazioni sportive e artistiche. E, ovviamente, le yatai, caratteristiche bancarelle che propongono cibo, bevande e dolci.
La cucina tradizionale giapponese si esprime nei cibi da strada con grande potenza ed inventiva. Scopo del Milano Matsuri è rendere note al pubblico italiano le specialità nate sulle bancarelle, che raramente vengono preparate in casa o proposte nei ristoranti.

Nell’edizione del 2014, legata al tema MANGA & CIBO, gli chef dei ristoranti AIRG propongono una serie di tipici street food tanto apprezzati da personaggi di manga ed anime giapponesi. Dalle 11 alle 22 è possibile gustare:

  • Onigiri, triangoli di riso presenti in ogni cartone animato giapponese
  • Gyoza, tradizionali ravioli alla piastra
  • Zaru Udon, grossi spagnettoni, qui serviti freddi in versione estiva
  • Karee, popolarissimo spezzatino al curry
  • Gyudon, ciotola di riso e carne
  • Takoyaki, polpettine di polpo e zenzero
  • Karaage, croccante pollo marinato e fritto
  • Oden, misto di tipicità giapponesi accolte da un profumato brodo
  • Tori Teriaki, bocconcini di pollo in salsa tipica
  • Dorayaki, pancake con marmellata di azuki tanto cari a Doraemon
  • Taiyaki, fagottini dolci a forma di pesce
  • Sakura mochi Daifuku ed altri delicati dolcetti
  • Watagashi, zucchero filato decorato
  • Chocobanana, golosità delle nuove generazioni giapponesi

Quest’anno, oltre alle classiche bevande giapponesi, nelle yatai del Matsuri è presente anche un vino del Consorzio Cantine Gavi appositamente selezionato da sommelier giapponesi per un originale abbinamento con i sapori dello streetfood nipponico.

Nei giorni successivi al Milano Matsuri, a fianco del Milano Manga Festival per tutta la sua durata è allestito un piccolo ristorante dedicato al Sushi. Propone un e degustazioni di nigiri e vini del Consorzio Cantine di Gavi, in abbinamenti adatti sia per un aperitivo inconsueto che per un pranzo o cena semplici ma raffinati.
Un fitto programma di attrazioni completa l’offerta del Milano Matsuri per portare in terra lombarda la medesima atmosfera della festa popolare giapponese. In aggiunta agli spettacoli previsti dal Milano Manga Festival ecco il programma del Milano Matsuri, che potrebbe essere variato in qualche dettahlio ma soprattutto essere arricchito da ulteriori eventi a sorpresa.

Tre i punti di incontro:

nel Piazzale del Milano Matsuri

sabato 24
ore 11.30 Kagamiwari: cerimonia di apertura della botte di sake, con inaugurazione ufficiale in presenza del Console Giapponese sig.ra Koga Kyoko e presentazione dei programmi completi delle varie giornate.
ore 14.00 Kamishibai: cantastorie giapponese con teatrino dei disegni sulla bicicletta. Racconta la storia “Issunboshi”.
ore 15.00 Mochitsuke: dimostrazione di battitura tradizionale del riso glutinoso per la preparazione dei dolcetti di riso giapponesi. A cura della sig.ra Sari Morimoto.
ore 16.00 Taiko: concerto di tamburi tradizionali giapponesi.
ore 17.00 Kamishibai: cantastorie giapponese con teatrino dei disegni sulla bicicletta. Racconta la storia “I Tre Amuleti”.

domenica 25
ore 15.00 Mochitsuke: dimostrazione di battitura tradizionale del riso glutinoso per la preparazione dei dolcetti di riso giapponesi. A cura della sig.ra Sari Morimoto.
ore 16.00 Taiko: concerto di tamburi tradizionali giapponesi.
ore 17.30 Taglio Del Tonno: dimostrazione del taglio tradizionale di un tonno di grandi dimensioni e spiegazione dell’utilizzo delle varie parti, a cura del Maestro Hirazawa Minoru.

sul Palco Interno della Cattedrale

sabato 24
ore 11.00 Il Mare In Tavola: la sostenibilità della pesca spiegata ai bambini. Attività ludico didattica a cura della Onlus Verdeacqua.
ore 11.45 Proiezione Anime: Magical Sisters Yoyo & Nene. A cura di MMF.
ore 14.00 Il Kimono delle Oiran: dimostrazione della complessa vestizione tradizionale delle Oiran, le cortigiane di altissimo rango del Giapppone antico.
ore 15.15 Proiezione Film Documentario: Jiro e l’Arte del Sushi. A cura di MMF.
ore 17.00 Conferenza: Scoprire il Sakè. Storia e produzione di un’antica bevanda giapponese e gli abbinamenti con il cibo italiano. A cura di Marco Massarotto di La Via del Sakè.
ore 18.30 Koto e Shamisen: concerto di musica tradizionale con strumenti tipici giapponesi suonati da musicisti di Nara, antica capitale del Giappone.
ore 20.00 Proiezione Anime: Wolf Children. A cura di MMF.

domenica 25
ore 11.00 Il Mare In Tavola: la sostenibilità della pesca spiegata ai bambini. Attività ludico didattica a cura della Onlus Verdeacqua.
ore 11.45 Proiezione Anime: Panda! Go Panda. A cura di MMF.
ore 14:00 Chanoyu: introduzione al significato della cerimonia del tè a cura di Alberto Moro, in collaborazione con Taeko Murata di Tea in Italy. La presentazione avverrà all’interno di una stanza del tè (chashitsu), realizzata in cartone riciclabile secondo il progetto artistico Mottainai.
ore 15.15 Proiezione Film Documentario: Jiro e l’Arte del Sushi. A cura di MMF.
ore 17.00 Dibattito: Cibo Giapponese e Vini Italiani. Con la partecipazione del sommelier Hayashi Mototsugu, dell’esperta di gastronomia giapponese Graziana Canova Tura, di un responsabile del Consorzio Cantine Gavi e di Aoki Naoko di AIRG.
ore 18.30 Koto e Shamisen: concerto di musica tradizionale con strumenti tipici giapponesi suonati da musicisti di Nara, antica capitale del Giappone.

nello Spazio Workshop

sabato 24
ore 10.45 Workshop Manga dedicato ai Bambini. A cura di Isabella Invernizzi, esperta dell’Accademia Europea di Manga.
ore 12.30 Show Cooking: Street Food di Osaka. La preparazione passo passo di uno degli streetfood giapponesi più popolari: l’okonomiyaki, la cosiddetta “pizza giapponese”. A cura della sig.ra Higuma Kyoko.
ore 14.00 Show Cooking: Due Risi Giapponesi per Due Golosità: Onigiri e Mochi. A cura della sig.ra Sari Morimoto.
ore 15.00 Origami: la magia giapponese della piegatura della carta.
ore 16.30 Show Cooking: Armonia e Bellezza della Cucina Giapponese – il Mondo in un Piatto. Lo chef Ikeda Osamu crea un sashimi dedicato alla stagione per illustrare come nasce e cosa rappresenta un piatto di cucina Kaiseki.
ore 17.30 Workshop Manga dedicato ai Bambini. A cura di Isabella Invernizzi, esperta dell’Accademia Europea di Manga.

domenica 25
ore 10.45 Workshop Manga dedicato a Bambini e Ragazzi. A cura dell’esperta Isabella Invernizzi e di Talita Riberi, insegnante dell’Accademia Europea di Manga.
ore 12.30 Show Cooking: Cucina Giapponese di “Pesce Povero” tra Tradizione e Innovazione. Interpretazione elegante e creativa dello chef Shinohara Hide di una ricetta tradizionale giapponese a base di sardine.
ore 14.00 Show Cooking: Due Risi Giapponesi per Due Golosità: Onigiri e Mochi. A cura della sig.ra Sari Morimoto.
ore 15.00 Nihoga: la poesia della pittura in stile tradizionale giapponese
ore 16.30 Show Cooking: Il Legame Storico tra Cucina Giapponese e Cucina Cinese. La storia, l’evoluzione e la ricetta per la preparazione di un perfetto piatto di ramen, raccontati da Marco Lazzaro in collaborazione con lo chef Ikeda Osamu.
ore 17.30 Shodo: il fascino della calligrafia tradizionale giapponese.
ore 18.30 Workshop Manga dedicato a Bambini e Ragazzi. A cura dell’esperta Isabella Invernizzi e di Talita Riberi, insegnante dell’Accademia Europea di Manga.

Il biglietto di ingresso al Milano Manga Festival da accesso anche al Milano Matsuri. Costa €12,00 e, se acquistato in prevendita, comprende un assaggio di uno street food giapponese del Matsuri, una birra (o acqua) e un dolcetto.

Tutte le notizie su biglietti ridotti, acquisto on line: clicca qui per acquistare i biglietti, prevendita telefonica al nr. 02.54918.

Foto di Virginia GaspardoTutti gli aggiornamenti sulla nostra pagina facebook

ARRIVA IL MILANO MATSURI 2014!

A grande richiesta si svolgerà IL 24 E 25 MAGGIO ALLA FABBRICA DEL VAPORE DI MILANO la seconda edizione del Milano Matsuri, festival di gastronomia e cultura popolare giapponese pensato e promosso da AIRG. Quest’anno ci affianchiamo al MILANO MANGA FESTIVAL 2014, che si inaugura con il Matsuri e poi prosegue fino al 2 giugno, sempre alla Fabbrica del Vapore.

Milano Matsuri 2014 e Milano Manga Festival 2014 si uniscono per favorire, attraverso la proposta dello street food giapponese e della cultura j.pop del mondo disegnato nipponico, la scoperta dei piatti che legano le due realtà.

La cucina tradizionale popolare giapponese sarà di nuovo protagonista di questa seconda edizione milanese del Matsuri: tutti i gusti tipici dello street food giapponese cucinati dagli chef dei ristoranti Poporoya, Shiro, Osaka, Finger’s, Finger’s Garden, J’s Hiro e Zero, con particolare attenzione, quest’anno, anche a quelle golosità tanto apprezzate dal pubblico giapponese quanto dai protagonisti di molti anime e manga.

Si potranno, quindi, assaporare specialità tipiche delle sagre popolari ma anche protagoniste di cartoni animati e fumetti giapponesi: takoyaki (polpettine di polpo), okonomiyaki (le “pizze giapponesi”), udon (grossi spaghettoni), gyudon (ciotola di riso con carne), gyoza (ravioli alla piastra), onigiri (polpettine triangolari di riso) e karaage (pollo fritto), ma anche dolcezze come dorayaki (pancake ripieni), taiyaki, (dolcetti alla piastra a forma di pesce), dango (palline di pasta di riso) e molti, molti altri cibi e bevande speciali, che di solito non vengono serviti nei ristoranti.

E in una vera sagra giapponese non possono mancare le attazioni! In questo la collaborazione con il Milano Manga Festival contribuisce ad arricchire enormemente l’offerta: agli spettacoli tradizionali “tipici” del milano Matsuri, come il concerto di tamburi taiko, la vestizione di kimono o la cerionia del tè, si affiancheranno tante attività che legano la gastronomia alla cultura j.pop.

AIRG organizza conferenze, showcooking e worshop a tema gastromico e propone bancarelle di prodotti tipici giapponesi alimentari e non, mentre il team del Manga Festival allestisce una mostra sul fumetto giapponese contemporaneo, proietta film e anime, promuove incontri con mangaka (disegnatori di fumetti), dibattiti sulla cultura j-pop e concerti di musica giapponese.

Un piccolo ristorante giapponese rimarrà allestito durante il Milano Manga Festival anche dopo il termine del Matsuri e proporrà specialità giapponesi in abbinamento a vini italiani.

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CIBO GIAPPONESE E VINO ITALIANO: PERCHÉ NON CI ABBIAMO PENSATO PRIMA?

Cosa si beve di solito nei ristoranti in Italia insieme al cibo giapponese? Tè, saké e birre nipponiche sono le scelte classiche degli avventori italiani mentre spesso la clientela giapponese ordina vino italiano. Caso, sperimentazione o scelta oculata? Risponderanno a questa ed altre domande quattro esperti durante un dibattito organizzato da Milano Matsuri domenica 25 maggio alle 17.00 sul palco del Manga Festival alla Fabbrica del Vapore.

Hayashi Mototsugu, premiato sommelier giapponese ha lavorato con Gualtiero Marchesi, al Trussardi alla Scala e coi Santini Dal Pescatore, Graziana Canova Tura, esperta autrice di cinque libri sulla cucina giapponese, Davide Ferrarese, tecnico agronomo del Consorzio Tutela del Gavi e Aoki Naoko, titolare del ristorante Osaka di Milano, si incontrano per approfondire il tema del corretto abbinamento tra cibo giapponese e vino italiano.

Proprio dal Milano Matsuri prende infatti il via un progetto di approfondimento sul tema, mai indagato prima, delle combinazioni ideali che uniscono la tradizione enologica italiana alle caratteristiche delle principali pietanze nipponiche. Si parte dal sushi, che durante in Milano Matsuri verrà proposto in degustazione abbinato ai vini appositamente selezionati dai sommelier Kiyomi Yoshida e Mototsugu Hayashi, che hanno individuato tra sushi e Gavi Doc l’abbinamento ideale.

I sommelier, incaricati da AIRG e Consorzio Tutela Gavi, dopo attente valutazioni hanno determinato, ad esempio, che:

  • nigiri sushi di pesce azzurro e bianco come la cernia, l’orata, la ricciola si legano perfettamente al Gavi DOCG più giovane per freschezza e sapidità
  • crostacei e i calamari si armonizzano per analogia con i il Gavi più maturo, grazie al suo retrogusto di note morbide ed al corpo più evoluto
  • nigiri sushi di ventresca di tonno, di salmone e di anguilla si apprezzano al meglio con il Gavi Spumante Metodo Classico perchè l’acidità e le bollicine contrastano la grassezza del pesce
  • il tonno rosso e lo sgombro si sublimano con il Gavi Riserva, che si confronta perfettamente anche con il gari, lo zenzero marinato sempre presente in un piatto di sushi

Questi ed altri elementi saranno messi in luce durante l’incontro del 25 maggio, che permetterà a tutto il pubblico di comprendere le basi per un abbinamento perfetto e di andare a colpo sicuro nell’ordinare il vino giusto durante la prossima cena a base di sushi.

Ma l’iniziativa non si esaurisce con il Milano Matsuri… Questo appuntamento sarà seguito da una serie di incontri e degustazioni presso i ristoranti AIRG, aperti al pubblico o riservati agli esperti di settore, per proseguire alla scoperta delle migliori assonanze dei vini di Gavi con altri piatti tipici giapponesi.

Il primo workshop di approfondimento, dedicato a chef giapponesi e stampa specializzata, è già fissato per il 28 maggio alle ore 16.00 alla Fabbrica del Vapore. Il calendario degli appuntamenti successivi è in programmazione, ne daremo notizia sul sito e sulla nostra pagina Facebook.

MILANO MATSURI – RINGRAZIAMENTI E IMPREVISTI

Innanzi tutto ringraziamo di cuore il pubblico intervenuto e ci scusiamo ufficialmente per i disagi e gli imprevisti. Era il primo evento organizzato dall’Associazione e immaginavamo che non saremmo riusciti ad ottenere la perfezione in tutto ma comunque davvero non ci aspettavamo un tale afflusso di persone.

La nostra inesperienza ha causato certamente disagi soprattutto al pubblico, oltre che all’organizzazione. Siamo profondamente mortificati e faremo di certo tesoro di questa esperienza per la prossima edizione, a cui cominceremo a pensare già da domani, vista la richiesta proveniente da più parti di ripetere l’evento.

Punto per punto la spiegazione degli errori commessi ed i proponimenti per evitare il ripetersi degli stessi disagi in futuro:

  1. i biglietti erano limitati e sono state chiuse troppo presto sia le prevendite online che le vendite al botteghino.
    risposta: si è pensato di chiudere le vendite on line al raggiungimento di metà dei biglietti disponibili per lasciare la possibilità di acquisto anche a chi arrivava direttamente all’evento. Purtroppo ragioni di sicurezza ci hanno obbligato il giorno stesso a limitare il numero effettivo di accessi prima del previsto.
    Abbiamo imparato che l’evento richiama moltissime persone e la prossima volta sarà certamente pensato in spazi più ampi, adatti ad un maggiore afflusso.
  2. ci sono state code eccessive sia all’ingresso che per gli stand delle degustazioni che per le casse dei cibi in vendita. Il cibo è finito troppo presto.
    risposta: quando ci siamo resi conto che l’accesso sarebbe stato decisamente superiore alle aspettative abbiamo aperto il botteghino un’ora prima dell’orario previsto e ci spiace che la cosa non sia stata sufficiente.
    L’evento è stato organizzato immaginando, forse troppo ingenuamente, un afflusso simile a quello dei matsuri giapponesi, dove la gente arriva ad orari diversi ed assaggia ogni tanto qualche specialità durante tutto l’arco della giornata. L’abitudine italiana invece è quella di concentrarsi molto di più sul cibo soprattutto all’ora di pranzo. Le code per degustazione ed acquisto di vivande si sono formate soprattutto per questo e ce ne scusiamo infinitamente.
    Si è cercato di rispondere anche alla richiesta di bis delle specialità in degustazione, che inizialmente non erano previsti, e per questo qualche prodotto è finito prima del previsto.
    Erano anche poco visibili le segnalazioni delle varie attrazioni, così come la disponibilità del parco adiacente per sedersi e rilassarsi. Non ci è stato possibile posizionare tavoli sul prato e abbiamo pensato alle stuoie, come nei picnic giapponesi, ma non sono state sufficienti.
    La prossima volta si potrebbe organizzare l’ingresso in più punti, diviso più chiaramente per acquisti online e acquisti in loco (da verificare l’ingresso diretto per gli acquisti online con un biglietto direttamente scaricabile e stampabile dal computer).
    Si penserà anche ad organizzare le cucine con più chef, a preparare più scorte di cibo e a tenere le bancarelle più distanziate per evitare confusione nelle eventuali code.
    Si provvederà anche ovviamente a predisporre maggiori possibilità di seduta e di relax in proporzione agli afflussi previsti.
  3. c’era grande affollamento e si è persa la partecipazione a molte attrazioni, perchè poco visibili, perchè troppo brevi o perchè gli orari del programma in alcuni casi sono cambiati rispetto a quelli annunciati.
    risposta: tutte le attrazioni che non fossero legate al cibo sono state organizzate ad orari fissi, in base ad un programma che prevedeva un succedersi di eventi in location differenti (Palco, Stand della Cultura, Parco, Giardino del ristorante). Quando ci siamo resi conto che ci sarebbe stato un grandissimo afflusso era troppo tardi per modificare la posizione degli stand ed abbiamo dunque parzialmente modificato la scaletta degli eventi, in modo che i punti di attrazione fossero ancora più distribuiti ed evitassero possibilmente l’eccessivo concentrarsi delle persone in punti tra loro vicini.
    Meglio per la prossima volta organizzare anche le attrazioni degli stand culturali non ad orari fissi ma per tutto il giorno, come quelli del cibo.

Forse si potrebbe cominciare l’evento più presto in mattinata, in modo che le persone abbiano tempo di girare fra gli stand e dedicarsi a tutto il panorama delle possibilità offerte durante l’intera permanenza all’interno del matsuri.
Chi ha potuto assaggiare le nostre specialità, partecipare ai workshop ed assistere agli spettacoli sembra avere apprezzato i nostri sfozo ma ci rendiamo conto che l’inesperienza e l’afflusso inaspettato hanno causato gravi pecche.

Per questo con grande umiltà ancora ci scusiamo dal profondo del cuore e accettiamo più che volentieri i vostri suggerimenti per migliorare come organizzatori.

Grazie infinite a tutti

UN ANNO È PASSATO…

11 marzo 2011, ore 14:45:23: la regione del Tohoku, nord-est del Giappone, trema per 6 lunghissimi minuti. Nella zona vicina all’epicentro, prefettura di Miyagi, la scossa di terremoto raggiunge magnitudo 9, il sisma più devastante che il Giappone abbia subìto nella storia.

Successivamente alla forte scossa viene dato sulla costa l’allarme tsunami. E’ prevedibile che un’onda anomala si abbatterà sulla zona; i Giapponesi, disciplinatamente, ascoltano la radio e la maggior parte di loro non si impensierisce: sarà un tragico errore. Infatti questa volta ciò che accade va oltre ogni previsione ed anche per il Paese più organizzato, esperto e preparato agli eventi catastrofici, si spalancano le porte dell’inferno.

Le onde dello tsunami che si abbattono nella prefettura di Iwate, Miyagi, nella zona di Sendai superano i 10 metri e si infrangono sulla terraferma viaggiando ad una velocità oraria di 750 chilometri: impossibile per chi, vicinissimo al mare, ha atteso l’arrivo ed il passaggio dell’onda anomala, mettersi al riparo nell’entroterra quando capisce che non sarebbe stato come le altre volte.

Ma c’è di peggio, se possibile: la vicina centrale nucleare di Fukushima subisce enormi danni a tre dei suoi reattori, a causa dell’interruzione del loro sistema di raffreddamento. Questo causa la fusione parziale dei noccioli al loro interno: così ha inizio l’incubo peggiore, quello nucleare.

Le popolazioni residenti nell’area immediatamente attorno al reattore vengono fatte evacuare ma il pericolo, con il passare delle ore, aumenta e anche molte città confinanti verranno progressivamente abbandonate al loro destino. Allo stato attuale dei fatti l’evacuazione è stata portata a 50 chilometri di distanza dalla centrale. Circa 150mila persone hanno dovuto lasciare la zona, le case, gli animali, le terre coltivate, e l’effetto delle radiazioni su di esse purtroppo ancora non è facile da prevedere.

Il mondo tutto, sin dalle ore immediatamente successive alla tragedia, si mobilita in aiuto di un Paese sotto choc, pur se preparato a fronteggiare al meglio le emergenze. Un Paese annichilito da un evento che ha superato, infrangendola di schianto, ogni barriera creata dall’esperienza.

Dall’Europa e dal mondo partono squadre di soccorso ad affiancare i 100mila soldati giapponesi inviati dal governo di Tokyo, un imponente piano di salvataggio mai visto prima. Trenta squadre di soccorso vengono inviate dall’ONU; dagli Stati Uniti viene autorizzato l’intervento della flotta presente in zona, esperta in emergenze e con la presenza a bordo di alcuni tecnici nucleari.

Col passare dei giorni e poi delle settimane iniziative benefiche vengono organizzate a qualsiasi livello e latitudine. Accanto a quella ufficiale di tutti i singoli Paesi, il mondo della musica ad esempio, si riunisce in più concerti a sostegno delle vittime dello tsunami ed alcuni artisti si rendono protagonisti anche di iniziative personali singolari e fruttuose: Lady Gaga, icona pop del momento e molto amata in Giappone, raccoglie ad esempio 250mila dollari disegnando un braccialetto con la scritta, in inglese ed in giapponese, “We pray for Japan” 日本の為に祈りを, venduto online a 5 dollari; Ono Yoko e suo figlio Sean Lennon organizzano il Japan Benefit Concert al Miller Theatre della Columbia University a New York; Lou Reed organizza uno spettacolo-fiume di eccezionale lunghezza, 12 ore presso la Japan Society di New York; gli Iron Maiden, sorpresi dal terremoto mentre erano in volo verso Tokyo per due concerti e costretti a cancellarli precipitosamente, decidono di vendere la t-shirt in edizione limitata pensata per il concerto e devolverne i proventi in favore della Croce Rossa Giapponese.

Il popolo di Internet si mobilita immediatamente, beneficiando anche del fatto che in Giappone la robusta rete è rimasta miracolosamente attiva anche nelle ore immediatamente successive alla catastrofe persino nelle zone colpite dal sisma. La vicinanza emotiva, sociale ed economica all’interno ed all’esterno del Paese è stata fondamentale per il morale dei Giapponesi.

Il social network Facebook, ad esempio, apre una pagina Facebook causes da cui è stato possibile donare dai 10 ai 500 dollari alla Croce Rossa Americana che li ha raccolti per poi devolverli al Giappone (obiettivo prefissosi, 100.000 dollari, obiettivo raggiunto oltre quota 300.000). Anche per gli appassionati di giochi virtuali, parliamo dei celeberrimi CityvilleFarmville e Frontierville, per citarne solo alcuni, è stato possibile contribuire alla causa: l’acquisto, infatti di particolari “virtual goods” ha reso possibile sostenere l’organizzazione “Save the Children” che ha istituito un fondo di emergenza nelle zone colpite.

Gli ideatori di Explore.org, un’organizzazione eminentemente filantropica, hanno stabilito di donare 1 dollaro per ogni “like” alla pagina Facebook di “Dog bless you”, fino a raggiungere 100.000 dollari.

Attraveso Itunes il colosso Apple ha reso possibile a milioni di utenti sparsi in tutto il mondo donare dai 5 ai 200 dollari alla Croce Rossa Internazionale, operante in Giappone sin dai primi momenti del disastro. E poi ancora Groupon ed altri numerosi canali web, dimostrando l’esistenza di un mondo seppur virtuale, concreto nei fatti.

Un ottimo servizio è stato offerto dal colosso Google che ha creato l’applicazione Person Finder dedicata ai dispersi nel tentativo di riunire le famiglie divise dal sisma.

Il social network Twitter ha infine istituito in Giappone un sistema di microblog sin dal 12 marzo successivo; questa rete ha incessantemente informato ed aggiornato il paese sullo stato dei fatti man mano che accadevano, fornendo degli hashtag ( un modo cioè per mettere in relazione contenuti simili e persone che parlano degli stessi argomenti ) per poter “twittare”, come si dice in gergo, informazioni specifiche sui vari argomenti, da quelle più generali sul sisma a quelle più particolari sulla stima dei danni, delle evacuazioni, delle vittime e così via.

Anche per gli animali si sono mobilitate varie organizzazioni, una per tutte quella no profit ARK (Animals Refuge Kansai), che ha raccolto fondi e continua a farlo tuttora per tutti gli animali domestici rimasti “orfani” dei loro padroni nel Tohoku.

Il primo ministro giapponese Naoto Kan, l’11 aprile successivo alla catastrofe, ha inviato un messaggio a tutte le nazioni per ringraziarle di essersi così tanto prodigate e di aver così attivamente partecipato del dolore del suo Paese dai primi momenti di smarrimento a quelli successivi, dei soccorsi e della ricostruzione.

Vogliamo concludere dunque con le parole di speranza ricevute anche in Italia dal nostro Presidente della Repubblica:

“A nome della popolazione giapponese, desidero esprimere i miei più sentiti ringraziamenti per l’assistenza ricevuta da tutto il mondo. Non c’è dubbio che il Giappone si riprenderà, risorgerà e diverrà un Paese ancor più meraviglioso. Ritengo che, in risposta al caloroso incoraggiamento e alla solidarietà manifestati dalla comunità internazionale, proprio percorrere quella via per una nuova vita sia doveroso da parte del nostro Paese, e costituisca la miglior risposta da offrire. E sono certo di poter affermare che ciò sarà possibile grazie alla forza innata dei cittadini giapponesi e al caloroso sostegno della comunità internazionale. Sono inoltre convinto che il Giappone sarà in grado di ricompensare il caloroso sostegno ricevuto da tutto il mondo attraverso il suo contributo alla comunità internazionale. Anche a questo scopo, farò del mio meglio per perseguire la ricostruzione.
Naoto Kan
Primo Ministro del Giappone
Un amico si vede nel momento del bisogno.”

Loredana Marmorale

Immagini tratte da www.dailymail.co.uk

UOMINI E PESCI: AIRG ALL’ACQUARIO CIVICO DI MILANO

E’ stata presentata qualche giorno fa all’Acquario Civico di Milano l’iniziativa Uomini e Pesci, un ciclo di conferenze previste nell’arco di tutto febbraio 2012 che ruota attorno al tema dello sfruttamento consapevole delle risorse marine. Il programma raccoglie tra i relatori differenti punti di vista, tutti in modo diverso legati dalla volontà di sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alle ricchezze dei nostri mari ed alla necessità di ripensare il rapporto tra uomo e mare in modo utile e rispettoso.

Il 22 febbraio alle ore 21.00 sarà proprio l’Associazione Italiana Ristoratori Giapponesi, insieme a Slow Food Milano, a portare la propria testimonianza, illustrando l’intensa ed atavica relazione tra la cultura giapponese e le risorse marine, con particolare attenzione all’aspetto alimentare e gastronomico.

L’iniziativa è nata da una collaborazione tra Acquario e Civica stazione idrobiologica di Milano, Greenpeace Italia, Verdeacqua, Istituto per gli Studi sul Mare (ISM), Shark Alliance, Gruppo Ricercatori Italiani sugli Squali (GRIS), Slow Food Milano e con il media partner Class Meteo – the Weather Channel.

Fitto e particolarmente interessante l’intero programma degli incontri, i titoli di alcuni dei quali sono tratti da opere di Gianni Depaoli. L’artista, da sempre legato all’iconografia marina, espone infatti i suoi ultimi evocativi lavori presso lo stesso Acquario Civico in una mostra, aperta al pubblico durante tutto l’arco della manifestazione, che vuole raccontare anche emotivamente la relazione dell’uomo con la natura marina.

Ecco gli appuntamenti in programma, tutti presso l’Acquario Civico di Milano, in viale Gladio 2, con inizio alle ore 21.00:

  • mercoledì 8 febbraio: Prede e predatori. Le minacce e lo sfruttamento degli squali nel mondo, leggi e fuorilegge.
  • mercoledì 15 febbraio: IEF. Il pescato oggi e la sua evoluzione: la storia, la moda e l’evoluzione nei consumi, da un insolito punto di vista.
  • giovedì 16 febbraio: 30 cm sopra il mare. Da Trieste a Ventimiglia in kayak: le immagini e il racconto del protagonista Guido Grugnola.
  • venerdì 17 febbraio: Aree Marine Protette. Dalla gestione alle pratiche buone per tutti. Le AMP si raccontano.
  • sabato 18 febbraio: Crociere naturalistiche per subacquei, una nuova frontiera dell’edutainment. La divulgazione scientifica della biologia marina, sul mare e sotto il mare.
  • mercoledì 22 febbraio: Black and White skin. Il pesce buono, pulito e giusto. Il sushi come esempio di consumo tra tradizione, moda e sostenibilità.
  • mercoledì 29 febbraio: Gabbie. Che tonno si nasconde nelle nostre scatolette?

Per maggiori dettagli degli appuntamenti di febbraio: Verdeacqua

Il titolo della manifestazione “Uomini e Pesci” cita un libro del 1955 scritto da Gianni Roghi, subacqueo, giornalista ed archeologo marino che fu tra i primi a porsi dei dubbi sulle modalità di rapporto tra l’uomo e l’immenso patrimonio naturale messo a disposizione dal mare. Da allora molte nuove tecnologie ci hanno permesso di conoscere ancora meglio quel patrimonio ed allo stesso tempo di verificare con maggiore cura quali enormi danni l’atteggiamento predatorio dell’uomo abbia arrecato a quel meraviglioso ecosistema.

Un nuovo rapporto tra uomo e mare, basato sulla conoscenza e sul rispetto, deve passare attraverso la consapevolezza individuale e la conseguenze percezione di applicazione di comportamenti corretti, a partire anche semplicemente dal consumo di diverse varietà di pesce, legato alla località ed alla stagione e non in base alla moda del momento. Su questi argomenti la tradizione giapponese di pesca/raccolta, conservazione ed utilizzo delle risorse alimentari provenienti dal mare ha molto da insegnare e sarà interessante confrontarla con quella italiana sostenuta da Slow Food.

Annalena De Bortoli

Per ulteriori informazioni: Verdeacqua – Istituto per gli Studi sul Mare
c/o Acquario Civico di Milano – Viale Gadio 2 – 20121 MILANO tel. 02.80.44.87

www.verdeacqua.eu

PRESEPE IN ORIGAMI, PER UN NATALE GIAPPONESE NELLA FORMA E NEL CUORE

Un presepe in origami… chi l’avrebbe mai detto? E’ venuto in mente all’Associazione Orto dei Sogni, sostenuta dai responsabili della Cappella Cattolica Giapponese di piazza Duomo, 20 a Milano, che insieme con molti volontari hanno collaborato per organizzare il bellissimo evento per sabato 17 e domenica 18 dicembre: un workshop di origami che coniughi lo spirito italiano del Natale ad una forma piacevole ed efficace di aiuto per i bambini di Fukushima.
La città di Milano sta brillando di colori natalizi e le famiglie italiane si divertono a decorare le proprie case con presepi, abeti e addobbi vari. La gioia che tale pratica dona ai bambini italiani può diventare in questa occasione anche un meraviglioso gesto di solidarietà. Si porta un pezzettino di Giappone in casa, la si decora con piccoli oggetti innovativi ed insieme si imparano insegnare alcuni rudimenti di un’arte tradizionale millenaria molto popolare in Giappone.
L’origami, in giapponese 折り紙, è la pratica giapponese di piegare la carta dando vita a forme astratte ma anche ad animali, fiori ed oggetti. Si può però anche considerare un gioco, che coinvolge grandi e piccini nel manipolare carta colorata e decorata senza bisogno di attrezzature speciali, rare o costose. Ma nel profondo è a tutti gli effetti un’arte che permette di imparare in modo piacevole la pazienza, la creatività e la concentrazione attraverso semplici fogli di carta.
Si è pensato così di organizzare un origami-workshop tutto dedicato al Natale, per insegnare a tutti i partecipanti a creare originali ed insoliti ornamenti natalizi che coniughino la cultura italiana con quella giapponese. Diversi i soggetti possibili, alcuni più familiari agli occidentali ed altri meno ma tutti di forte significato simbolico, come ad esempio l’orizuru (折鶴), la gru di carta che per i Giapponesi è il bellissimo simbolo della pace.

Questo workshop rappresenta un gesto di amicizia e di solidarietà verso i bambini di Fukushima perché il ricavato dell’iniziativa verrà utilizzato per dare speranza e luce ai bimbi che vivono in quella zona e che respirano ancora un’aria malsana dovuto al tragico accaduto. Come altre iniziative analoghe già in essere per altri Paesi colpiti da disastri nucleari, si vuole accogliere per qualche tempo durante il periodo estivo in Sardegna i bambini della zona attorno alla centrale atomica che non hanno la possibilità di spostarsi autonomamente in zone meno contaminate, in modo da permettere loro di respirare aria non contaminata e di recuperare un rapporto di purezza e sensibilità tra la natura e l’uomo.
Un gruppo di volontari insegnerà dunque a tutti i partecipanti a creare in origami degli ornamenti natalizi in cambio di una donazione minima di € 5,00 per persona, carta da origami compresa; chi deciderà invece di offrire una donazione superiore ai 20 euro riceverà in dono, fino ad esaurimento scorte, un magnifico presepe di carta. Sabato 17 dicembre e domenica 18 dalle 14,30 alle 18,00, alla Cappella Cattolica Giapponese di piazza Duomo al 20, ci si potrà divertire imparando qualcosa di nuovo e di doppiamente utile: si decora la propria casa con addobbi originali e si contribuisce a donare un’esperienza di felicità ai bambini di Fukushima, permettendo loro di venire e passare un estate salutare in Sardegna. Come si diceva: un Natale un po’ giapponese, per la forma degli addobbi e per la grandezza del sentimento di solidarietà tra Italia e Giappone.

Annalena De Bortoli

Per ulteriori informazioni:
Cappellania cattolica giapponese, p.zza Duomo 20 Milano, [email protected]
Orto dei Sogni, [email protected]
La foto della gru è tratta da: biancorossogiappone.blogspot.com

INSIEME SULLA STRADA DEL CUORE: GRANDI VINI E GRANDI CHEF PER GLI ORFANI GIAPPONESI DELLO TSUNAMI

Quello tra Italiani e Giapponesi è un legame forte, fatto di stima reciproca, di scambio culturale e pure di solidarietà nel momento del bisogno. Ne abbiamo avuta grande testimonianza durante i giorni del dopo terremoto nel mesi scorsi e da allora l’attenzione verso le vittime giapponesi di quella devastazione non si è affatto sopito nella coscienza degli Italiani, come dimostrano le molteplici iniziative benefiche che hanno continuato ad essere organizzate in tal senso sia da istituzioni pubbliche che da aziende che da privati cittadini del nostro Paese.
Un esempio di questa tenace volontà di sostegno è “Insieme sulla Strada del Cuore”, evento in programma per la sera del 21 novembre a cui collaborano l’azienda vinicola Venica & Venica, grandi chef della ristorazione italiana e giapponese, il Comando della 1° Regione Aerea di Milano.
Tutto parte a marzo, quando dopo dieci anni di lavoro, ricerca ed esperimenti, la Venica & Venica, casa vinicola del Collio produttrice di meravigliosi vini bianchi, riesce a mettere a punto un rarissimo rosso dai sentori di prugna e mirtillo, il Merlot prodotto nella vigna del loro celebratissimo Perilla.

“Era tutto pronto per farne il rosso vanto di una cantina bianchista come Venica & Venica, un gioiello enologico riservato a pochi e messo sul mercato una tantum per celebrare i 150 anni dell’Unita’ d’Italia quando sono arrivati quei messaggi di disperazione e di morte.” I media raccontavano al mondo il dramma del Giappone e, racconta Ornella Venica, “la soddisfazione per poter finalmente degustare un vino che abbiamo coccolato per dieci anni è svanita pensando ai tanti nostri amici giapponesi, a quella gente fiera e composta, ma piegata da una indicibile sofferenza, a quella civiltà grandiosa che ci ha sempre guardato con ammirazione. E ci siamo detti che dovevamo fare qualcosa, che potevamo fare qualcosa”.
I titolari di un’azienda situata geograficamente e storicamente in terra di confine sono abituati a ignorare questi confini ed a pensare in modo multiculturale, così hanno voluto ”trasformare un piccolo valore, quel vino, in un grande valore di solidarietà”: 5000 bottiglie di quel raro Merlot sono vendute ad un prezzo di 50 euro per alimentare un fondo di beneficenza per il Giappone ed altre sono messe a disposizione nel corso del tempo per sostenere progetti con la stessa finalità, in modo che questo vino tanto speciale “prenda la strada del cuore, quella dell’amicizia con il Giappone.”
A seguito di questa disponibilità di Venica & Venica si è riusciti anche ad organizzare la straordinaria serata del 21 novembre. Importantissima la collaborazione tra diverse realtà: il Comando della 1° Regione Aerea mette a disposizione la sua sede di piazza Novelli a Milano, gli chef Andrea Berton, Ernst Knam, Pietro Lemann, Yoshikazu Ninomiya e Claudio Sadler collaborano a preparare la cena di gala, il giornalista Bruno Pizzul batte all’asta la preziosa bottiglia magnum esemplare unico etichetta nr. 1 di Merlot doc Collio 2001 Venica & Venica, messa generosamente a disposizione dalla casa vinicola.
Lo chef Ninominiya del ristorante Osaka sarà orgoglioso di rappresentare il tramite tra la cultura gastronomica internazionale dei suoi colleghi e quella nipponica di cui è in prima persona un importante rappresentante. Il ricavato della serata sarà poi offerto ai ragazzi giapponesi rimasti orfani a causa dello tsunami, con la speranza di poter contribuire a dei viaggi studio in Italia che alimentino lo stretto legame già esistente tra Italia e Giappone anche nelle nuove generazioni.

Per info e prenotazioni: www.sullastradadelcuore.it
tel. 0481 61264 – 60177
fax 0481 639906
e-mail: [email protected]

Annalena De Bortoli

DUE CHEF GIAPPONESI A CONFRONTO, TRA ALTA TRADIZIONE E CREATIVA INNOVAZIONE

L’edizione 2011 di Taste of Milano conclusasi da poco ha visto protagonisti, insieme ai più bei nomi italiani della ristorazione milanese d’eccellenza, anche due ristoranti appartenenti all’Associazione Italiana Ristoratori Giapponesi, il ristorante Osaka di corso Garibaldi ed il ristorante Finger’s di via San Gerolamo Emiliani.
Il successo dei ristoranti giapponesi, decretato dalla grande affluenza del pubblico milanese ai due stand presenti alla manifestazione e dall’apprezzamento più volte espresso per i piatti proposti da ciascuno dei due ristoranti, è senza dubbio dovuto anche all’eccellenza dell’opera degli chef responsabili della cucina dei due ristoranti. Così abbiamo pensato che valesse la pena di conoscerli meglio.

Roberto Okabe, chef e patron del ristorante Finger’s, ha poco bisogno di presentazioni: è molto noto al pubblico per la sua cucina giapponese creativa di ispirazione brasiliana ed internazionale, vera nota distintiva del suo locale. Il suo carattere aperto e comunicativo lo porta spesso anche in sala a contatto diretto con la clientela, che è quindi piacevolmente abituata ad un confronto diretto con lo chef.
Diverso il caso invece di Ninomiya Yoshikazu, chef pienamente giapponese sia nello stile di cucina che nella riservatezza del suo rapporto con il pubblico. Chiamato a Milano dalla titolare del ristorante Osaka sig.ra Aoki, è uno dei pochissimi chef presenti in Italia specializzati nella raffinatissima cucina tradizionale kaiseki. Conosce poche parole in italiano ma i suoi piatti parlano per lui: composizioni eleganti, sapori delicatissimi e perfettamente armonizzati, il tocco personale di una mano felice che sa rendere speciale ogni singolo piatto.

Ad entrambi abbiamo chiesto quale sia il senso profondo del cucinare e quali elementi stiano alla base delle loro personali scelte gastronomiche. Ne esce un parallelismo curioso, che sorprenderà che si aspetta profonde differenze tra i due chef. Le differenze ci sono certamente, ed evidenti, sia nel percorso formativo che nello stile culinario creato da ognuno, ma le motivazioni e le passioni sono incredibilmente simili.
Lo chef Ninomiya Yoshikazu, che si è approcciato alla cucina con curiosità già in famiglia da bambino, ha poi seguito le orme e gli insegnamenti di grandi maestri giapponesi di cucina kaiseki, cominciando a lavorare sotto la loro guida già a diciassette anni ed arrivando in Italia solo di recente. Ligio alla tradizione, ricrea nella presentazione dei piatti l’atmosfera della stagione corrente scegliendo sempre ingredienti freschi del momento e trattandoli con grande personalità. E’ suo parere infatti che tutti possano cucinare tutto, ma è il tocco personale che ci mette ognuno di noi a rendere qualsiasi ricetta “d’autore” in quanto il sapore che sappiamo creare è assolutamente unico anche quando si ha a che fare con una ricetta pienamente di tradizione.
Per Roberto Okabe invece, nato in Brasile, formatosi professionalmente in Giappone ed approdato in Italia nel ’97, la creatività sta nel fondere esperienze diverse, accogliendo le suggestioni gastronomiche di ogni cultura per coglierne le assonanze segrete, le similarità e le armonie, trasformandole così in qualcosa che prima non c’era, appartenente a mondi differenti ed insieme ad un nuovo modo gastronomico, quello appunto, per sua definizione, della “cucina giapponese creativa”.

Secondo lo chef del ristorante Osaka è importante che il pubblico italiano possa imparare ad apprezzare la cucina kaiseki, profondamente rappresentativa della concezione giapponese del rapporto con il cibo. Tra l’altro il primo approccio è facilitato dal fatto che nei dettami kaiseki la cucina è intrisa di profumi e sapori della stagione e le varie portate vengono servite una dopo l’altra, non tutte assieme come solitamente avviene in un menù giapponese, e possono essere dunque assaporate come le pagine di un racconto, come i passi di un percorso di piacere e di conoscenza.
Per lo chef di Finger’s invece ogni piatto è protagonista, denso di sapori, di significati e di rimandi, competo proprio nel suo raccontare anche molto altro da sé. Ma, come il suo collega, resta alla base di tutto l’estrema importanza della freschezza degli ingredienti, della tecnica di lavorazione e della cura nei dettagli. Insomma, quella che costituisce la “giapponesità” dei suoi piatti anche paradossalmente in assenza di ingredienti tipicamente nipponici.
Ed ecco la sorpresa finale: alla domanda su quale fosse il motivo per cui hanno partecipato a Taste of Milano e con che criteri hanno scelto i tre piatti da presentare, dalle loro risposte è emersa una interessantissima similitudine…

Allo chef Ninomiya Yoshikazu interessava riuscire a raccontare al pubblico italiano quella parte della cucina giapponese meno conosciuta ma forse ancora più rappresentativa del Giappone rispetto ai famosissimi sushi e tenpura, con lo scopo di fare cultura del cibo ma anche di mostrare ad un numero elevato di persone la sua specifica interpretazione della cucina giapponese.
Ha scelto dunque piatti tradizionali ma li ha rielaborati, perché sorprendessero sia chi si avvicinava alla cucina giapponese per la prima volta sia che ne aveva già esperienza. Ha presentato insomma un assaggio di una possibile nuova espressione di cucina kaiseki contemporanea ed ha rivelato che l’incontro con altri famosi chef italiani in occasione di Taste potrebbe forse anche ispirargli un ulteriore approfondimento per la creazione piatti di fusione delle profonde culture italiana e giapponese.
Ed ecco che questa ispirazione incontra pienamente la visione dello chef Roberto Okabe, che ha vissuto Taste of Milano proprio come un’occasione di incontro e di scambio con i migliori chef italiani operanti su Milano e che, abituato a fare della contaminazione il suo stile di lavoro, ha infine scelto di presentare a Taste of Milano dei piatti di sapientissima tecnica classica giapponese… compresa una proposta di sushi.
Entrambi gli chef insomma hanno avuto la soddisfazione di confrontarsi con la cucina italiana di altissimo livello uscendone entrambi arricchiti, con la voglia di continuare a migliorare nel proprio operato e con la certezza che, ciascuno con il proprio stile, anch’essi rappresentano pienamente da tempo due punti di riferimento nella ristorazione milanese di eccellenza.

Annalena De Bortoli

DUE RISTORANTI GIAPPONESI A TASTE OF MILANO

Milano anche quest’anno raccoglie i venti migliori ristoranti della città a Taste of Milano, la manifestazione di alta cucina milanese al suo secondo anno. Il nome ed il significato dell’iniziativa giocano sul doppio significato della parola inglese “taste”, che qui vuole indicare sia il “sapore di Milano” che un invito all'”assaggio di Milano”.
Dal 15 al 18 settembre l’Ippodromo di San Siro si trasforma in una sorta di “parco giochi per gourmet” dove i visitatori possono assaggiare le creazioni di venti quotatissimi chef operanti in città, scegliendo di degustare il meglio della cucina milanese odierna. Fino a tre le specialità proposte da ogni ristorante, miscelabili tra loro e a quelle degli altri ristoranti, da accompagnare con degustazioni di vini suggerite dall’esperto ASPI Giuseppe Vaccarini.
La manifestazione prevede anche mini corsi di cucina, laboratori di pasticceria, workshop sul vino e brevi show cooking di chef sia milanesi che del resto d’Italia. Quel che è importante sottolineare per noi è che ben due ristoranti nipponici, entrambi appartenenti all’Associazione Italiana Ristoratori Giapponesi, sono stati chiamati quest’anno a far parte della rosa dei venti eletti.

Lo storico ristorante Osaka, già insignito durante la scorsa edizione di Identità Golose del Premio di Qualità “Identità della Diversità” come eccellenza nella ristorazione etnica, vede di nuovo riconosciuta qui la qualità della propria cucina. Lo chef del ristorante è Ninomiya Yoshikazu, uno dei pochissimi chef presenti in Italia specializzati nell’elegante cucina kaiseki, che viene coadiuvato dallo chef Masumoto Yasuhiro, espertissimo di sushi. Lo chef presenta in questa occasione tre raffinatissime specialità della cucina giapponese leggermente attualizzate.
Il menù di Osaka per Taste of Milano prevede infatti: ganmodoki (polpettine a base di tofu e verdure), inari (rotolo di tofu fritto in stile “Inari” ripieno di riso sushi condito con uova, gamberetti, funghi shijtake, anguilla, fagiolini e sesamo) e dengaku (fagottini di melanzane ripieni di manzo e foie-gras con miso bianco e rosso).

Si tratta di piatti appositamente creati per Taste of Milano, non presenti nel menù del ristorante. Una sorta di “edizione speciale” che deriva da preparazioni tradizionali modificate dalla creatività dello chef Ninomija. Lo chef vuole infatti proporre nuove esperienze culinarie al pubblico italiano ed avvicinarlo alla delicata e sapiente armonia dei sapori giapponesi. Si tratterà dunque di nuovi assaggi per che già conosce ed apprezza le specialità del giovane e sapiente chef, mentre per chi è alla sua prima esperienza con la cucina giapponese si presenta un’ottima occasione per avvicinarsi a nuovi gusti già ad altissimo livello.

Il ristorante Finger’s a sua volta, nato per sviluppare il concetto di contaminazione tra la cucina giapponese classica e quella contemporanea di altri Paesi, trova in Roberto Okabe, patron e chef del locale, il protagonista anche in questa occasione di una cucina giapponese decisamente creativa.
Nominato il miglior ristorante straniero dalla Guida Mangello e citato sulle Guide del Gambero Rosso e dell’Espresso, Finger’s ha sempre in carta specialità giapponesi, ma anche e soprattutto piatti che miscelano sapientemente la tradizione gastronomica nipponica a quella sudamericana (lo chef è nato in Brasile) ed a quella mediterranea. Lo chef Okabe propone per Taste of Milano tre piatti di alta cucina fusion: tagliatelle di seppia al miso con alga nori; uo speciale chawanmushi, ovvero un flan a base di foie-gras con tartare di tonno e melanzane caramellate, ed infine un tris creativo di sushi speciale Finger’s.
Entrambi i ristoranti giapponesi presenti a Taste of Milano rappresentano dunque un raffinato incontro tra culture, stili ed epoche, all’insegna di una cucina nobile, pensata ed elegantemente gustosa. Un golosissimo appuntamento da non perdere, questo di Taste of Milano, per tutti gli appassionati di cucina che cercano l’occasione per una insolita incursione in quella eccellente cucina giapponese di qualità di cui Milano è davvero orgogliosa.

Annalena De Bortoli

Taste of Milano: dal 15 al 18 settembre 2011 all’Ippodromo di San Siro, ingresso da piazzale Lotto angolo via Diomede.

Per maggiori informazioni:
www.tasteofmilano.it
Ristorante Osaka allo stand R2
Ristorante Finger’s allo stand R14