TOSHIKOSHI SOBA… E L’ANNO FINISCE

Dicembre in Occidente è sinonimo di Natale, la festa religiosa per antonomasia; il Giappone ne rimane “contaminato” per il suo risvolto puramente commerciale, mentre un discorso a parte merita la celebrazione del Capodanno, di cui l’ultimo mese è il solenne preludio. Infatti in questo ultimo periodo dell’anno qualsiasi attività, facezia, la stessa attitudine emotiva del popolo tutto si predispongono all’attesa.
Nella tradizione giapponese l’anno che passa è separato completamente da quello successivo: ogni lavoro, qualsiasi problematica, qualsivoglia cruccio o preoccupazione DEVONO essere lasciati indietro, così che nulla arrivi ad intaccare la “verginità” di quello che nasce. All’uopo si organizzano ovunque i boonenkai (忘年会), ovvero delle feste che “fanno dimenticare l’anno che se ne va”, le case vengono addobbate, pulite e lucidate alla perfezione; in questo modo i primi 3 giorni del nuovo anno saranno dedicati alla calma assoluta, buon auspicio per il nuovo inizio.

La tradizione non ama festeggiamenti chiassosi allo scoccare della mezzanotte; è invece costume visitare i vicini templi buddhisti che rimangono aperti per l’occasione. Si chiama joya no kane (除夜の鐘): a mezzanotte la campana in bronzo del tempio risuonerà per 108 volte; tanti rintocchi quanti sono necessari a mondarsi dei 108 desideri terreni e prepararsi rigenerati all’anno che verrà.
La vigilia del Capodanno è quindi un’attesa molto solenne e silenziosa, e la tradizione culinaria si adegua all’occasione. Cosa mangiano i giapponesi nell’attesa del nuovo anno? Il piatto è invero estremamente semplice e per nulla elaborato, si chiama toshikoshi soba (年越しそば), ovvero la “soba per passare all’anno nuovo”.
Le ragioni per cui proprio la soba venga mangiata alla vigilia di Capodanno sono ancora una volta simboliche: si pensa che la forma “allungata” di questi spaghetti porti fortuna, felicità e soprattutto lunga vita; inoltre si dice che proprio perché essi possono spezzarsi facilmente, così altrettanto facilmente ci si può disfare dei problemi e dei dolori dell’anno che ci lascia.
Pare ci sia anche anche un’altra ragione, questa volta storica, alla base della considerazione della soba come portafortuna: nel periodo Edo gli orafi raccoglievano le scaglie d’oro e d’ argento che si depositavano un po’ dappertutto nelle loro officine dopo il lavoro con l ‘ausilio di palline di soba, che poi venivano passate a fuoco perché i metalli preziosi fondessero nuovamente.

Ad ogni modo l’esecuzione di questo piatto a base di spaghetti di grano saraceno è molto semplice per un significato davvero profondo. Come si prepara? Niente di più facile: si porta ad ebollizione l’immancabile dashi assieme a due cucchiai da minestra di salsa di soia (il sapore da ottenere deve essere piuttosto deciso), un po’ di zucchero ed un pizzico di sale. La soba viene cotta a parte in acqua non salata e quindi messa nelle ciotole a fine cottura…. poi si versa il brodo. Ultima aggiunta, dei cipollotti tagliati fini.
Una variante particolarmente gustosa e “suggestiva” è detta tsukimi (月見), letteralmente “guardare la luna”, perchè al tutto si aggiunge un uovo crudo che ricorda proprio la luna piena….gusto e poesia in un piatto solo!
よいお年を (Yoi o toshi wo)….e, aspettando l’anno nuovo, i nostri migliori auguri!

Loredana Marmorale

Le foto della soba sono tratte da: www.justhungry.comwww.blacktokyo.com